venerdì 28 febbraio 2014

SHINING

Mi cimento nella difficile impresa di recensire un film nato dalla mente geniale di Stanley Kubrick e che è rimasto nella storia del cinema grazie alle sue immagini ed aneddoti divenuti con il tempo un luogo comune: The Shining va ben oltre la classica definizione di film horror, The Shining è l'horror per eccellenza.
Questo capolavoro ha un po' cambiato il topos del film horror: non vediamo né zombie, né fantasmi, né case indemoniate ma abbiamo come sfondo un albergo abbandonato nel nulla, isolato dal mondo ed una normale famiglia che sarà vittima dell'aura diabolica che aleggia sull'Overlook Hotel.
La sceneggiatura non originale ha preso spunto dall'omonimo romanzo di King: tuttavia film e romanzo non sono assolutamente comparabili perché Kubrick traslando la storia in termini cinematografici ha aggiunto metafore ed immagini e significati contorti che hanno fatto il successo del film.

Jack Torrance, scrittore fallito, è assunto per fare da custode invernale all'Overlook Hotel, nelle cui camere sono avvenuti, nel corso della sua storia, svariati delitti. Parte con la  moglie Wendy e figlio Danny, il quale ha il dono della "luccicanza", ovvero la facoltà di "vedere" tracce indelebili di fatti accaduti nel passato in un particolare luogo. Le forze maligne presenti nell'albergo sembrano contagiare lo stesso Torrance portandolo a compiere gli stessi abominevoli atti che hanno contraddistinto un precedente custode dell'hotel che sterminò la sua famiglia a colpi di accetta.

Il film può esser suddiviso per temi: il primo tema molto caro a Kubrick è il predominio della visione sulla scrittura e il predominio della vista sulla parola.
 Torrance è uno scrittore in crisi che viene sconvolto dalle numerose visioni durante la sua permanenza nell'albergo, ed anche lo stesso figlio Danny è vittima di numerose visoni che lo paralizzano e gli tolgono pure la capacità di esprimersi con la parola.
Il film è incentrato sulla visione e le battute tra gli attori sono molto poche, nonostante questo Kubrick riesce a mostrarci le numerose metafore in particolare quella che rappresenta il secondo tema centrale: il labirinto.

Il labirinto nel giardino dell'albergo è un invenzione del regista visto che nel romanzo di King non viene citato alcun labirinto.
 Il tema del labirinto rievoca i miti dell'antichità tra i quali Teseo ed Arianna ma anche il tema della pazzia: 
Jack Torrance si perde prima di tutto nel labirinto della sua mente e non riesce più a trovare il filo della ragione, come invece Teseo era riuscito a trovare il filo di Arianna per uscire salvo dalla sua spedizione.
Il viaggio di Jack non ha un lieto fine perché non riuscirà a trovare una via d'uscita al labirinto della sua mente fino a perdersi fisicamente nel labirinto fuori dall'albergo mentre suo figlio Danny riuscirà a salvarsi non solo dal labirinto fisico ma anche dalle varie visioni di cui è vittima.

Lo stesso Overlook Hotel è un vero e proprio labirinto: il caos che deriva dalla disposizione spazio-temporale è un altro tema centrale nei film di Kubrick.
Già con "Arancia Meccanica" e "2001: Odissea nello spazio" Stanley Kubrick ha cercato di distruggere e di ricostruire gli stereotipi legati al cinema mettendo in luce i limiti stessi di una pellicola cinematografica.
Il film è suddiviso in capitoli che vanno da suddivisioni per avvenimenti, per mesi, per giorni e per ore  ma nonostante questa scansione del tempo la storia risulta senza collocazione temporale ed è sospesa nel nulla come d'altra parte la stessa ambientazione dell'albergo del quale non riusciamo a fare una mappa mentale.
Il film riesce a superare i limiti del cinema trasformandoli in un vero e proprio punto di forza: il film ha una ripresa molto fluida grazie all'uso della steadycam e la colonna sonora fornisce quella suspense che il film non avrebbe senza.
La scelta della colonna sonora in un film fa percepire allo spettatore il vero incombere del pericolo o di un lieto avvenimento: in The Shining la colonna sonora non è abbinata ad immagini particolari ma ha la capacità di far stare lo spettatore in allerta per tutto il film; si può affermare appunto che la carica horror del film sta dietro la scelta della colonna sonora e non tanto dietro le immagini proposte.

The Shining è stato il film meglio recitato da Jack Nicholson: questo grande attore è riuscito a dare il marchio di fabbrica al capolavoro di Kubrick grazie alla sua espressione da pazzo mentre a colpi d'accetta sfonda la porta del bagno in cui è nascosta la moglie, interpretata da una strepitosa Shelley Duvall, urlando "Sono il lupo cattivo!", in lingua originale "Heeere's Johnny!".

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