mercoledì 19 febbraio 2014

La leggenda del pianista sull'oceano

Siamo i compositori delle note su cui la nostra vita prende corpo, suoniamo gli infiniti tasti del pianoforte che abbiamo sotto gli occhi e condiamo ogni giorno con note diverse, che sia gioioso o triste.
Novecento no, non ha mai voluto suonare le infinite note che il mondo gli offriva: Novecento ha sempre suonato gli 88 tasti del pianoforte della piano bar della sua nave.

Danny Boodman T.D. Lemon Novecento era stato trovato per caso sul Transatlantico Virginian dal macchinista Danny Boodman: nessuno sapeva da dove provenisse quel bambino ma Danny sapeva che quel TD inciso sulla scatola in cui era posto quel neonato significasse "Thanks Danny" per questo lo adottó e lo tenne con sé fino al giorno in cui un tragico incidente  gli tolse la vita. 
Novecento sparì sulla nave  dopo quella tragica morte, così sfuggendo agli occhi della polizia che lo voleva portare in orfanotrofio. 
Il bambino fu ritrovato un giorno al piano bar della prima classe mentre suonava con incredibile bravura il pianoforte: nessuno seppe mai dove avesse imparato a suonarlo in modo così divino non essendo mai stato con nessuno al di là dei macchinisti. 
Fu così che Danny Boodman TD Lemon Novecento divenne la prima attrazione del transatlantico Virginian, e chiunque salisse su quella nave con gli occhi e i cuori pieni di speranza per una vita nuova in America abbandonava ogni timore grazie all'ipnotica magia delle melodie suonate da Novecento. 
Max suonó la tromba per un periodo su quella nave ed ebbe l'onore di conoscere il leggendario pianista sull'oceano: ad anni di distanza da quelle memorabili serate sul transatlantico Max ricorda con nostalgia la sua amicizia con Novecento, convinto che sia rimasto sul transatlantico dal quale non era mai sceso in vita sua una volta che fu demolito, morendo anche lui con questo. 

La leggenda del pianista sull'oceano è uno dei rari esempi di colosso intimista basato sul monologo teatrale scritto da Alessandro Baricco. 
Un film prodotto da Giuseppe Tornatore che ha trovato come collante in ogni scena nella incredibile musica di Ennio Morricone, donando ad ogni immagine una connotazione ed un emozione diversa. 
Una storia piena di significati, metafore ed interpretazioni che non può avere una sola critica o descrizione: dipende dal gusto personale ma anche da come ci approcciamo ad un film tratto da un libro non affatto facile da rappresentare in termini cinematografici. 
Ricordo con piacere il monologo del quadro che sia nel libro che nel film mi ha stregata e posta davanti ad un' eterno quesito: perché cadono i quadri? 
Perché le cose nella vita cambiano così repentinamente? Perché ci poniamo così tanti "perché"? Secondo Novento è un vizio di chi vive sulla terra e non trascorre la sua esistenza a lasciarsi dondolare dalle onde del mare e dalla melodia di un pianoforte. 

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