sabato 31 dicembre 2016

Buon Anno con 7 ore di anticipo!

Oggi sono uscita per la prima volta dopo quasi tre giorni di clausura in camera per qualche linea di febbre ed un terribile raffreddore: in un centro commerciale vicino alla mia università c'era una celebrazione internazionale con vari stand rappresentanti varie località del mondo, tra cui naturalmente l'italia, a rappresentarla c'erano due miei amici. Camminando tra i vari stand ben nascosta dalla mia sciarpa di lana per evitare di prendere una broncopolmonite, ho iniziato a pensare a quante persone  provenienti da paesi così lontani e diversi nel mondo, separati da molte ore di fuso fossero riunite in un unico luogo allo stesso istante. E così ho anche iniziato a pensare a quanto la distanza renda differenti le nostre vite, non solo in termini culturali ma anche per concezione di tempo e a quanto fosse strano trovarmi qua in Cina a festeggiare con 7 ore di anticipo rispetto a come sono abituata il nuovo anno: significa che sono più vecchia in Cina che in Italia? Non so se questi pensieri siano dovuti all'eccessiva dose di antibiotici presa in questi giorni, cosa molto probabile, ma mi sono trovata in uno Starbucks all'interno del centro commerciale a scrivere dietro una busta di carta che probabilmente in origine aveva dei biscotti al suo interno tutto quello che la mia testa iniziava ad elaborare. "Are you writing a letter?" mi ha chiesto timido un cinese che sedeva vicino a me. Gli ho risposto di no, ma in verità stavo scrivendo una lettera a me stessa.

Perché abbiamo questa maniacale necessità di far entrare tutto in uno schema così preciso, ricordarci date ed ore, appuntamenti, schematizzare tutto per sentirci più padroni di qualcosa che in realtà non riusciremo mai a controllare, il tempo. I miei studi classici quando si parla di tempo mi fanno subito pensare alla severità del caro e vecchio Seneca in " De Brevitate Vitae" : "Noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. La vita è lunga abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se fosse impiegata tutta con diligenza; ma quando essa trascorre nello spreco e nell’indifferenza, quando non viene spesa per nulla di buono, spinti alla fine dall’estrema necessità, ci accorgiamo che essa è passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere." Le parole di Seneca mi hanno sempre messo una certa ansia, non sono mai stata brava ad organizzare il mio tempo, e sono una campionessa nel rimandare a domani quello che potrei fare oggi, ma se in realtà quello che è scritto in "De Brevitate Vitae" sotto alcuni aspetti non è altro che un buon consiglio da seguire senza pianificare alla perfezione ed in modo maniacale ogni secondo della nostra vita ma semplicemente iniziando a fare oggi quello che programmiamo di fare domani.
 Abbiamo dei sogni che a volte sembrano avere la scadenza stampata sul coperchio, un po' come gli yogurt che teniamo nel frigo e che ci disgusta consumare anche un solo giorno dopo la scadenza. Viviamo ogni giorno con la fretta di vivere il successivo con la speranza che sia migliore, sia il giorno in cui i sogni a scadenza ravvicinata si avvereranno: questo è lo stesso motivo che ci spinge a fare mille buoni propositi per l'anno nuovo, oppure anche semplicemente a promettere di mettersi a dieta il Lunedì. Ma quanti sono realmente i buoni propositi che manteniamo? E' ovvio che nel 2017 non smetterete di fumare, non andrete in palestra, non sarete più diligenti nello studio e a lavoro e non vi metterete a dieta se non iniziate da oggi. Strana l''importanza che diamo al futuro rispetto al presente, abbiamo una miriade di sogni che crediamo abbiano una scadenza ravvicinata e poi tendiamo a rimandare a domani quello che potremmo iniziare da oggi.
Conferiamo un potere un po' troppo grande a quello che tra poche ore non sarà più l'anno nuovo ma il monotono e comune presente, diamo troppo potere al tempo invece di controllarlo, ce lo lasciamo volar via dalle mani.
Quest'anno festeggerò con sette ore di anticipo, ma questo non significherà iniziare prima a compilare la lista dei buoni propositi, come se lo scoccare della mezzanotte avesse lo stesso magico potere che ha nella fiaba di Cenerentola: sarà solo un normale andare avanti, senza nessun magico cambiamento.
Vogliamo cambiare? Facciamolo da ora, smettiamo di riporre troppa speranza nel futuro, ma iniziamo da questo istante a realizzare i propri sogni, un passo alla volta.
Con questo vi auguro Buon Anno con sette ore di anticipo!

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