lunedì 3 febbraio 2014

La Dolce Vita.



Se non ci approcciamo ad un film come ci si approccia ad un Monet, che senso ha andare al cinema?
Il cinema è un arte a tutti gli effetti, è l'arte che ha superato non solo pittura e scultura ma ha perfezionato la fotografia fornendo l'unica caratteristica che a questa mancava: il movimento.
Non parlo dei film più semplici nati per riposare la mente, parlo dei veri capolavori che invece non sono nati per rilassare ma per far riflettere e per proiettare su ognuno di noi una luce diversa a seconda delle nostre esperienze.
Oggi pomeriggio finalmente ho visto "La Dolce Vita" di Federico Fellini senza alcuna interruzione: tre ore di puro incanto ed arte.
La dolce Vita di Fellini è il capolavoro del neorealismo: priva di trama e colma di significati ci trasporta in viaggio nella magia della vita con una visione rocambolesca e surrealista.
Questa grigia domenica il mio salotto si è trasformato nel luogo di una vera e propria mostra d'arte e la mia televisione in una finestra sulla vita.

Il film è ambientato a cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60 e come protagonista ha Marcello, interpretato da un affascinate e bravissimo Mastroianni.
Marcello è un giornalista romano che si occupa di servizi scandalistici e che aspira a diventare uno scrittore: è il protagonista dei sette episodi che compongono il film, episodi slegati l'uno dall'altro.
La  vita di Marcello si muove tra feste popolate da celebrità e nobili e tra salotti borghesi in cui la vita di personaggi annoiati scorre inesorabile nascosta dietro le mura di una bellissima Roma tra i flash dei fotografi che sono una presenza costante in ogni singola scena del film.
Il film è pieno di simboli e riferimenti politico-religiosi e la critica ha affidato svariati spunti di interpretazione di ogni singola scena dove possiamo apprezzare il talento e la stranezza di Fellini nel approcciarsi lui stesso ai vari significati della vita, enigmatica anche per noi nella semplicità di tutti i giorni.
Scena più celebre è quella che vede Anita Ekberg, nel film la famosa attrice Sylvia, fare il bagno di notte nella fontana di Trevi:  ma è solo una delle bellissime immagini che Fellini ci propone.
La mia scena preferita è quella in cui Marcello si reca ad una festa di una nobile e stramba famiglia che decide di avventurarsi tra le mura di una villa vicina abbandonata: lo squallore della casa va letto come lo squallore che regna dei cuori di questi personaggi annoiati da una vita superficiale e priva di scopi basata su futili divertimenti.
Personaggi infelici come Maddalena, annoiata dalla vita e dall'avere tutto dalla vita, amica ed amante di Marcello.
Marcello in questo film incarna il Don Giovanni amante di molte donne, ma anche colui che non sa cosa vuol veramente dire amare e volando da una donna all'altra è noncurante della fidanzata Emma che rischia di suicidarsi per le proprie pene di amore.
Lo squallore regna nella vita di ogni personaggio e ci dimostra come sia ognuno di essi aggrappato ad una semplice credenza e speranza e così come nella scena dell'apparizione della vergine si accalca e si confonde nella folla in cerca di quella cosa che potrebbe salvare la propria vita dalla noia esistenziale.
La nostra vita è un continuo correre sotto la pioggia dietro qualcosa che nemmeno noi sappiamo cosa è, senza un perché dedichiamo la vita alle inutilità reputandole indispensabili.
Corriamo senza vedere che la vita ci corre avanti e che oramai siamo già vecchi: Marcello non riconoscerà infatti la sua giovinezza nella scena finale del film e saluterà quella ragazza dall'altra parte della spiaggia che aveva incontrato per caso in una delle scene del film, la saluterà senza aver capito quello che essa aveva da dirgli e così senza capire un passato che non gli appartiene più.

Sorrentino con La Grande Bellezza ha ambientato La Dolce Vita ai giorni nostri, proponendo la stessa stranezza e caos tipici dei film di Fellini.
La Dolce Vita è un' affresco di vita da ammirare tra le pareti di casa nostra, non dobbiamo pretender di capir la storia perché sarebbe come preteder di capire la vita.



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