giovedì 16 luglio 2015

IL GIOVANE HOLDEN


“J.D. Salinger trascorse 10 anni a scrivere Il Giovane Holden e il resto della sua vita a rimpiangere di averlo fatto”inizia così la biografia redatta da David Shields e Shane Salerno “Salinger. La guerra privata di uno scrittore.”libro costato otto anni di lunghe ricerche ed interviste per far luce sulla vita privata del genio che scrisse uno dei capolavori del ventesimo secolo per poi sparire dai riflettori e vivere il resto della sua vita nel mistero.

Salinger, persona complessa e dalla mente contorta e brillante: così è descritto l’autore che si rifugiò nella scrittura per sfuggire agli orrori della seconda guerra mondiale, che si nascose nella vita privata per scappare alla “guerra di riflettori” che si stava abbattendo su di lui, dopo il successo de Il Giovane Holden .

Il Giovane Holden fu appunto iniziato mentre Salinger si trovava al fronte durante la seconda guerra mondiale e fu completato negli anni cinquanta: la scrittura per Salinger divenne una sorta di rifugio dalla realtà, ma la stessa scrittura in cui si era rifugiato divenne un’arma a doppio taglio quando il resto del mondo cercò di invadere la sua “zona di confort” con la fama raggiunta.

 

 

Dal significato contorto e misterioso è anche il titolo originaledell’opera: “The Catcher in the Rye che tradotto letteralmente in Italiano non ha un significato compiuto. 

Questa frase proviene appunto dalla storpiatura di una famosa canzone di Robert Burns, della quale viene fatto riferimento in solo due capitoli del romanzo (capp. XVI e XVII)Gin a body meet a body Coming through the rye; Gin a body kiss a body, Need a body cry?”(tradotta letteralmente sarebbe “ Se una persona incontra una persona che viene attraverso la segale; se una persona bacia una persona, deve una persona piangere?”)

Holden sente questa canzone da un ragazzo per strada, crede di ricordarsi quel primo verso ma se lo ricorda storpiato: “ If a body catch a body coming in the rye” (tradotto “se una persona afferra una persona che viene attraverso la segale”) . 

Il verso storpiato richiama alla mente di Holden un'altra immagine: un gruppo di bambini che gioca in un campo di segale nei pressi di un dirupo.

Holden vorrebbe fare il “cacciatore nella segale”, cioè colui che,consapevole del pericolo, salva “afferrando” i bambini prima che precipitino giù.

Holden vuole salvare gli innocenti dalla morte, quella mortespirituale che si trova dopo l’infanzia: la fine delle fantasie, delle speranze e dell’ingenuità dei bambini non appena iniziano ad affacciarsi all’età adulta.

Holden ha sedici anni ed è nel pieno della adolescenza ed è consapevole del “pericolo” che può avere il profondo burroneche ci troviamo davanti dopo gli anni spensierati dell’infanzia: i primi scontri con i reali problemi della vita e con il mondo degli adulti, così estraneo ed oscuro.

Non a caso l’unico personaggio con il quale Holden riesce a rapportarsi senza odio è la sorellina Phoebe, la quale ancora non riesce a capire il mondo degli adulti come sta iniziando a capirlo Holden, disprezzandolo.

 

Il Giovane Holden è ormai uno dei capisaldi della letteratura del novecento ed è un romanzo che la maggior parte dei professori consiglia ai propri studenti, mentre la maggior parte di quest’ultimi non lo capisce ad una prima lettura.

Riusciamo, per nostra sfortuna, a capire meglio il romanzo in età adulta riscoprendo l’adolescente che non è mai morto in noi e rimpiangendo con nostalgia invece l’innocenza che abbiamo perso nel dirupo mentre da bambini ci siamo pian piano affacciati all’età adulta.

Holden è uno “smascheratore” della realtà, nonostante imposti la sua vita sulla menzogna: vediamo la storia dagli occhi del ragazzoe dal suo punto di vista, essendo lui stesso a narrare in prima persona le sue vicende; conosciamo ogni suo pensiero lo vediamo anche noi vittima di una società che ai suoi occhi è sempre stata ostile ed ipocrita.

 

 

 

Come riesce Holden ad essere un adolescente così attuale con i suoi pensieri nonostante sia un’adolescente che appartiene alla società degli USA del secondo dopoguerra?

Abbiamo conosciuto Holden vivendo insieme a lui nel libro le numerose vicende avvenute in quella settimana precedente al Natale del 1947, riscoprendo che i pensieri e gli atteggiamenti che si hanno in adolescenza sono una costante in tutte le epoche ed in tutte le società.

L’alienazione è un elemento caratterizzante dell’adolescenza e solo con essa riusciamo a percepire il disgusto per il mondo degli adulti: ci alieniamo da una realtà che non ci presta ascolto e considera le nostre idee e pensieri ancora infantili e non importanti.

Da adolescenti riusciamo a vedere la realtà con occhio critico e a smascherare le ipocrisie che in età adulta siamo invece costretti a fare per vivere nella società.

 

Salinger scelse di pubblicare il romanzo con una copertina completamente bianca affinché il libro venisse scelto solo per il contenuto: incredibile ed ancora quasi un mistero è stato il successo di un romanzo di un autore che non era stato fino a quel momento molto conosciuto e che si presentava con un libro così anonimo.

La sintassi usata da Salinger è sgrammaticata, composta da proposizioni molto semplici e brevi piene  di asserzioni che appartengono al linguaggio adolescenziale, anche volgari in alcuni passaggi del libro; è proprio grazie a questo suo stile che solo dopo poche pagine del libro al lettore sembrerà di aver stretto un intimo e simbiotico rapporto con il protagonista.

Salinger propone un romanzo che fa davvero compagnia riuscendo a creare un personaggio immaginario che dialoga, si lamenta, si arrabbia con noi e vive vicino a  noi durante l’intera lettura dell’opera.

“ Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico, che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che senza il libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.”: il romanzo di Salinger rispecchia a fondo questa massima di Marcel Proust.

Salinger riesce a far immedesimare il lettore nel personaggio: è forse anche terrificante la simbiosi che nasce sfogliando le pagine dello stesso libro che teneva in tasca l’uomo che uccise John Lennon, il quale affermò di essersi immedesimato nel personaggio di Holden.

 

La scelta di Salinger di scrivere un romanzo anticonvenzionale, che critica le istituzioni come la scuola, che cerca di abbattere i muri che la società mette e le maschere che le persone vestono, lo ha portato a creare un romanzo convenzionale, uno tra i più letti e proposti nelle scuole: un emblema ed un esempio che lo scrittore non ha mai voluto essere e dal quale ha deciso di fuggire.

 

 



domenica 5 luglio 2015

"QUASI AMICI- LES INTOUCHABLES"

Come ci si sente ad esser vivi in un corpo morto? A vivere ogni giorno con la voglia di evadere, di scappare via da quella che è una vera e propria prigione di sogni, aspettative ed emozioni.

Philippe è prigioniero del proprio corpo, ogni sigolo gesto quotidiano come farsi un bagno o mangiare per lui è impossibile senza l'assistenza di qualcuno: la sua vita imprigionata nella lussuosa villa subirà una svolta quando si troverà faccia a faccia con l'esuberante Driss, ragazzo di colore, disoccupato con svariati precedenti penali, che vive nelle Banlieux Parigine, le periferie povere della capitale Francese, e che va avanti grazie a sussidi da parte dello stato.

Una banale scommessa tra i due cambierà profondamente le loro vite: Driss verrà preso in prova come assistente personale di Philippe per un mese, e nel corso di questo tempo i due inizieranno a scoprirsi, a vedere l’uno nell'altro quello che nelle loro vite manca.

Due personalità e vite agli antipodi potevano incontrarsi, scontrarsi ed avvicinarsi solo dietro ad uno schermo, ma non è così: "Quasi Amici- Les Intouchables" è tratto da una storia vera. Il vero Philippe ha accolto con entusiasmo il progetto di una pellicola dedicata alla sua vita, ma ad una condizione: doveva essere una commedia, un'opera divertente e non un film strappalacrime che si concentrava a suscitare soprattuto sentimento di pena e compassione per i due protagonisti.

"Les Intouchables", prodotto dalla coppia Olivier Nakache e Éric Toledano, raggiunge mirabilmente questo obiettivo: fa ridere ed arriva allo stesso tempo dritto al cuore.

Anche se Driss può ballare, correre e farsi il bagno senza l'aiuto di nessuno, Philippe invece, vivendo su di una sedia a rotelle, fa volare la sua mente ben oltre: riesce a tuffarsi nei più piccoli particolari di un opera d'arte e si lascia trasportare dalle note delle opere di Vivaldi; sarà Philippe che in una scena del film che si farà lanciare con il parapendio insieme ad un Driss completamente terrorizzato alla sola idea.

La commedia vuol far ridere dell'invalido o ridere insieme a lui? Denigrare la disgrazia o affrontarla con il sorriso prendendo per mano il paraplegico? Quel che fa di "Quasi amici" un film realmente divertente è proprio la mancanza di sfruttamento dell'invalido come figura che suscita compassione. Il personaggio di Philippe viene posto allo stesso livello di Driss, che è nel pieno della salute fisica cosìcchè i due personaggi si controbilanciano e si completano: non è solo Driss a dare molto a Philippe, ma è anche lo stesso Philippe a dare molto a Driss, così da cambiare in meglio anche la sua di vita. Philippe supera gli ostacoli che i pregiudizi dell'alta-borghesia francese potrebbero avere nei confronti di un individuo come Driss: lo accoglie in casa propria e si fida di quell'estraneo esuberante e simpatico mettendo nelle sue mani inesperte la cura della propria persona. Il film descrive il crescere di un'amicizia evitando quella scelta cinemotrafica che alterna l'avvicinamento al distacco dei due protagonisti. L'amicizia di Driss e Philippe rende superfluo il "quasi" del titolo tradotto in Italiano: il loro è un rapporto sincero, spontaneo e fondato sulla lealtà.

 

A volte molti ostacoli fisici sono di minore importanza ed intralcio a confronto di quelli che invece sono ostacoli mentali, come le paure ed i pregiudizi.


 

American Sniper


Il patriottismo americano  tutto a stelle e strisce non è evidente solo il 4 luglio, ma è una costante nella vita di ogni cittadino americano, dalla musica, alle bandiere che sventolano fiere fuori la porta di ogni casa fino ad arrivare anche ai numerosi film di stampo patriottico. L’ultimo celebre film di Clint Eastwood è uno di quei film patriottici che celebrano la vera storia del miglior cecchino delle forze militari USA: Chris Kyle
La vita di Chris Kyle non è una semplice storia di guerra, di granate e di sangue versato in Iraq, ma è la storia di un cane da pastore, cioè colui che con determinazione e lucidità agisce per difendere chi ama a costo della vita, colui che lotta contro i lupi per difendere il proprio gregge.

Ogni americano fin dalla più giovane età è educato alle armi e ad un amore incondizionato verso il proprio paese, un amore che può portare a spingere un uomo a lasciare la famiglia per mettere al primo posto la nazione.  La prima vittima di Kyle   come cecchino è stata un bambino con una granata in mano, a sangue freddo, come colpì per la prima volta un cervo  nel bosco in una delle battute di caccia da ragazzo con il padre : immagini che rimangono impresse nella mente di un uomo, Chris è diventato leggenda per dovere e non per prendersi la triste fama del cecchino che ha fermato con un sol colpo 160 cuori.

Clint Eastwood ha dipinto la figura di Chris celebrandolo non tanto come la leggenda che nella sua carriera nelle forze armate aveva contato 160 vittime, ma come l’eroe che più di una volta ha salvato i compagni  e come uno dei tanti militari che è costretto una volta tornato a casa ad avere ancora in testa gli orrori della guerra, fantasmi che nella vita di chiunque abbia vissuto la guerra non riesce a lasciarsi alle spalle ma diventano incubi nella quotidianità.

Non voglio dilungarmi tanto sulla tematica trattata dal film che ha suscitato al momento dell'uscita sui grandi schermi della pellicola non poche critiche, ma sull’aspetto umano che ha voluto dare il regista alla storia e sulla incredibile interpretazione di Bradley Cooper: la maggior parte del film è ambientato sul fronte di guerra, spesso dalla visuale del cecchino che decide le sorti delle persone che corrono sotto la sua visuale in basso, come un angelo della morte, in un secondo, il tempo di premere il grilletto.

Il regista ha messo in scena una sorta di Western ambientato al di là dell’oceano, forse per mettere ancor più in risalto le origini texane da Cowboy di Chirs: i buoni contro i cattivi, l’eroe che salva tutti e che allo stesso tempo vuole fuggire dai riflettori e dalla fama che si è fatto sul campo di battaglia. Non è facile neanche per un eroe tornare alla vita normale, a passare il tempo con i propri cari senza dare di matto al primo rumore sospetto che rievoca le immagini strazianti di una guerra: il lato oscuro di ogni veterano che porterà con sé nella tomba insieme alla consapevolezza di aver ucciso padri, mariti e figli come lui e di non esser riuscito a salvare molti compagni ed amici sul campo di battaglia.
La triste ironia della sorte farà sì che Chris venga ucciso da uno di quei veterani affetto da disturbo post traumatico da stress: il film finisce con le reali e toccanti immagini del corteo funebre in onore di Chris , un uomo dai forti valori, un padre ed un marito ed un figlio della sua tanto amata America.

 

lunedì 16 marzo 2015

Gone Girl - L'amore bugiardo

E' il thriller che ultimamente ci ha tenuto appiccicati allo schermo del cinema: Gone Girl L'amore bugiardo è un film intrigante, adattamento cinematografico del romanzo di Gillian Flynn, diretto da David Fincher.
Un apparente coppia felice che lascia New York per la campagna del Missouri, entrambi ormai giunti alla fine delle loro carriere e sembra anche sul lastrico della loro storia d'amore.
Lei si è trasformata nella donna che si era promessa di non diventare, la classica casalinga noiosa e paranoica e lui si trova a gestire un bar insieme alla sorella.
Al quinto anno del loro anniversario arriva la svolta: Amy sparisce improvvisamente dalla vita di Nick lasciando dietro di sé i pochi indizi di una caccia al tesoro che tradizionalmente ripetevano ogni anno per il loro anniversario.
Tracce di sangue in casa, una presunta gravidanza, un amante ed un alibi poco sicuro sembrano gettare sospetti sul marito Nick, ma se tutto fosse una macchinazione ingegnosa come quella romantica caccia al tesoro per incastrarlo?
I mass media si scagliano contro quello che sembra l'ennesimo caso di violenza casalinga di cui siamo spesso spettatori davanti ad un telegiornale.
Il film sembra riservare un finale inaspettato e non così scontato che farà scoprire che quella storia d'amore così perfetta non era altro che una bugia per salvarsi dalle apparenze e dalla opinione comune oppure anche dal semplice ideale di coppia (in)felicemente sposata.
Amy è viva e vive due volte: la prima nei panni della bionda magra e perfetta moglie, la seconda vestendo la maschera della scorbutica ed annoiata casalinga di mezza età che odia il marito per aver trasformato la loro storia d'amore in una banale storia di coppia, priva di sentimentalismi e piena di noia.
Vediamo in parallelo tre vite che si alternano in diversi spazi temporali: quella di Nick che si trova a lottare contro le accuse di omicidio, quella di Amy che vuole far pagare a Nick il fatto di aver reso la loro romantica storia di amore in una convenzione per salvare le apparenze, e quella vita di coppia immaginaria che Amy ha segretamente scritto in un diario, dove lei è la docile creatura vittima della malvagità di uomo che le aveva promesso fedeltà ed amore per tutta la vita.
Sono tre vite che sembrano non combaciare tra loro: sono come tre linee parallele che continuano sicure per la loro strada e che mai si incontreranno.
Tutto ciò nasce dall'incomprensione tra i due, perché spesso in amore ci dimentichiamo di capire la esigenze dell'altro, dopo i primi periodi felicità condivisa si fa avanti l'egoismo da entrambe le parti e tutta una storia di vita insieme si trasforma in un enorme bugia.
L'unica soluzione per Nick sarebbe aprire la testa di Amy per srotolare fuori ogni suo pensiero contorto e magari sperando di poter tornare indietro al tempo in cui il loro amore era come un bacio in una nuvola di zucchero.