Da quando ho iniziato l'università viaggio in treno molto spesso: abitando a Venezia e facendo avanti e indietro tra Toscana e Veneto oramai sono diventata un' esperta di Frecce Rosse, Argento, treni Italo e regionali "veloci" (aggettivo che spesso non si addice ad un qualsiasi treno di Trenitalia).
Ho spesso documentato sui social network i ritardi di ore, i treni cancellati o bloccati nel bel mezzo della campagna toscana senza giustificazione ma con un cordiale "ci scusiamo per il disagio" e non pensavo che il mio amore sconfinato per starmene seduta a guardare fuori dal finestrino del mio vagone con la colonna sonora perfetta dentro la playlist del mio cellulare mi avrebbe mai portato a fare 20 interminabili ore di viaggio su un treno cinese.
Ebbene sì, uno dei mezzi prediletti per viaggiare all'interno dell'immenso continente giallo è il treno e non sono poche le persone che hanno viaggiato sulle rotaie durante la settimana di festa per celebrare l'anniversario della nascita della Repubblica Popolare cinese. Mentre i voli arrivano a prezzi assurdi i viaggi in treno hanno una tariffa costante: puoi anche scegliere di partire da un giorno ad un altro senza alcuna sorpresa sul prezzo del biglietto, ma augurandoti di non viaggiare in piedi per molte ore.
La scorsa settimana ho organizzato un viaggio last minute verso Xi'An e Pechino ed il modo più economico per questo spostamento improvvisato è stato il treno, mezzo assolutamente non frequentato da turisti che preferiscono la velocità e la comodità di un aereo. In un treno cinese puoi scegliere una tra tre diverse modalità di viaggio: sedili duri, cuccette dure o cuccette morbide.
Essendo una mosca bianca nella carrozza con i sedili duri direzione Xi'An mi sono giocata le scomode ore di sonno tra una foto ed un' altra con i passeggeri di mezzo treno, come se fossi Angelina Jolie che casualmente appare in un vagone di terza classe sperso non so dove nella regione del Gansu. Capisco lo stupore dei passeggeri nel vedere una ragazza dagli occhi verdi ed i capelli castano chiaro: la maggior parte di questi provenivano da zone rurali che non hanno mai conosciuto l'occidente.
Nel vagone con i sedili duri c'è anche chi paga per farsi il viaggio in piedi e per questo si possono trovare persone che si adagiano a terra nonostante lo sporco, non che la stoffa color blu delle sedute sia il massimo del pulito, o che sperano in un minuscolo angolo dove appoggiarsi per qualche minuto per riposare le gambe stanche. C'è chi sputa a terra senza problemi, fuma sigarette tra una carrozza ed un'altra e chi mangia noodles precotti producendo ogni sorta di strano suono con la bocca e magari schizzandoti con la salsa piccante. La parte più bella del viaggio è quando il treno finalmente si svuota e ti puoi distendere non curante dei pidocchi che prenderai ma preoccupandoti solo di trovare una posizione che non ti faccia svegliare con il torcicollo. La notte di viaggio verso Xi'An ero così stanca che sono letteralmente crollata su 4 sedili avvolta nel mio giacchetto color verde bottiglia, cambiando lato ogni ora ed arrivando agli estremi del contorsionismo per trovare la giusta posizione per dormire.
Tutta un'altra storia è stato il viaggio verso Pechino: ho avuto la fortuna di viaggiare nel vagone con le cuccette dure. Mi sembrava un hotel a 5 stelle visti i miei standard precedenti, e nonostante il cinese che russava profondamente o la bambina di otto anni che si arrampicava sul mio letto a castello fissandomi con uno sguardo da bambola assassina ho adorato quel viaggio, comoda nella mia cuccetta a guardare fuori il panorama sempre annebbiato dallo smog.
I treni mi piacciono per immaginare la vita degli altri passeggeri, per nuotare all'interno dei loro occhi e riuscire a pescare in questi una buona storia da raccontare. A volte non c'è nemmeno bisogno di immaginare, ma sono gli altri a voler condividere con te la loro storia: essere occidentale è di grande aiuto, i cinesi che hai intorno spesso sono impazienti di parlare con te magari usando quelle 10 parole che conoscono in inglese o ostinandosi a parlare il cinese ad una velocità supersonica mentre te, non capendo assolutamente nulla, continui a sorridere ed annuire pure quando ti chiedono "Da dove vieni?".
Ho incontrato coppie che andavano a trovare i genitori di lei per le vacanze, famiglie molto povere che hanno passato maggior parte del viaggio in piedi con dei bambini aggrappati alle spalle vestiti di stracci, militari che riuscivano a passare un po' del loro tempo con le mogli che vedono solo una volta all'anno ma che amano così follemente da mostrare a chiunque con orgoglio le foto del matrimonio.
I treni hanno molte storie da raccontare, parlano lentamente e non sono come gli aerei: quelli sono per chi non ha tempo e voglia di fermarsi ad ascoltare.
Ho spesso documentato sui social network i ritardi di ore, i treni cancellati o bloccati nel bel mezzo della campagna toscana senza giustificazione ma con un cordiale "ci scusiamo per il disagio" e non pensavo che il mio amore sconfinato per starmene seduta a guardare fuori dal finestrino del mio vagone con la colonna sonora perfetta dentro la playlist del mio cellulare mi avrebbe mai portato a fare 20 interminabili ore di viaggio su un treno cinese.
Ebbene sì, uno dei mezzi prediletti per viaggiare all'interno dell'immenso continente giallo è il treno e non sono poche le persone che hanno viaggiato sulle rotaie durante la settimana di festa per celebrare l'anniversario della nascita della Repubblica Popolare cinese. Mentre i voli arrivano a prezzi assurdi i viaggi in treno hanno una tariffa costante: puoi anche scegliere di partire da un giorno ad un altro senza alcuna sorpresa sul prezzo del biglietto, ma augurandoti di non viaggiare in piedi per molte ore.
La scorsa settimana ho organizzato un viaggio last minute verso Xi'An e Pechino ed il modo più economico per questo spostamento improvvisato è stato il treno, mezzo assolutamente non frequentato da turisti che preferiscono la velocità e la comodità di un aereo. In un treno cinese puoi scegliere una tra tre diverse modalità di viaggio: sedili duri, cuccette dure o cuccette morbide.
Essendo una mosca bianca nella carrozza con i sedili duri direzione Xi'An mi sono giocata le scomode ore di sonno tra una foto ed un' altra con i passeggeri di mezzo treno, come se fossi Angelina Jolie che casualmente appare in un vagone di terza classe sperso non so dove nella regione del Gansu. Capisco lo stupore dei passeggeri nel vedere una ragazza dagli occhi verdi ed i capelli castano chiaro: la maggior parte di questi provenivano da zone rurali che non hanno mai conosciuto l'occidente.
Nel vagone con i sedili duri c'è anche chi paga per farsi il viaggio in piedi e per questo si possono trovare persone che si adagiano a terra nonostante lo sporco, non che la stoffa color blu delle sedute sia il massimo del pulito, o che sperano in un minuscolo angolo dove appoggiarsi per qualche minuto per riposare le gambe stanche. C'è chi sputa a terra senza problemi, fuma sigarette tra una carrozza ed un'altra e chi mangia noodles precotti producendo ogni sorta di strano suono con la bocca e magari schizzandoti con la salsa piccante. La parte più bella del viaggio è quando il treno finalmente si svuota e ti puoi distendere non curante dei pidocchi che prenderai ma preoccupandoti solo di trovare una posizione che non ti faccia svegliare con il torcicollo. La notte di viaggio verso Xi'An ero così stanca che sono letteralmente crollata su 4 sedili avvolta nel mio giacchetto color verde bottiglia, cambiando lato ogni ora ed arrivando agli estremi del contorsionismo per trovare la giusta posizione per dormire.
Tutta un'altra storia è stato il viaggio verso Pechino: ho avuto la fortuna di viaggiare nel vagone con le cuccette dure. Mi sembrava un hotel a 5 stelle visti i miei standard precedenti, e nonostante il cinese che russava profondamente o la bambina di otto anni che si arrampicava sul mio letto a castello fissandomi con uno sguardo da bambola assassina ho adorato quel viaggio, comoda nella mia cuccetta a guardare fuori il panorama sempre annebbiato dallo smog.
I treni mi piacciono per immaginare la vita degli altri passeggeri, per nuotare all'interno dei loro occhi e riuscire a pescare in questi una buona storia da raccontare. A volte non c'è nemmeno bisogno di immaginare, ma sono gli altri a voler condividere con te la loro storia: essere occidentale è di grande aiuto, i cinesi che hai intorno spesso sono impazienti di parlare con te magari usando quelle 10 parole che conoscono in inglese o ostinandosi a parlare il cinese ad una velocità supersonica mentre te, non capendo assolutamente nulla, continui a sorridere ed annuire pure quando ti chiedono "Da dove vieni?".
Ho incontrato coppie che andavano a trovare i genitori di lei per le vacanze, famiglie molto povere che hanno passato maggior parte del viaggio in piedi con dei bambini aggrappati alle spalle vestiti di stracci, militari che riuscivano a passare un po' del loro tempo con le mogli che vedono solo una volta all'anno ma che amano così follemente da mostrare a chiunque con orgoglio le foto del matrimonio.
I treni hanno molte storie da raccontare, parlano lentamente e non sono come gli aerei: quelli sono per chi non ha tempo e voglia di fermarsi ad ascoltare.
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