Ormai è quasi passato un mese dal mio arrivo in Cina, il
tempo è volato ma allo stesso tempo ho la sensazione di trovarmi qua da un
eternità. Le difficoltà sono state molte, la differenza culturale è enorme e
spesso mi sono sentita investire da parole che mi suonavano aliene nonostante
studiassi il cinese da due anni. Ebbene sì,
questi due anni di studio sono serviti a raggiungere una proprietà di
linguaggio pari a quella di un bambino di 3 anni che impara a formulare le
prime semplici frasi, anzi credo che un bambino cinese di tre anni si faccia
capire molto meglio d me.
Sono state svariate le situazioni in cui mi sono sentita una
completa incapace, e so che saranno ancora molte: una lingua così diversa dalla
mia, così complessa che non permette il
minimo errore di pronuncia non è facile da acquisire su un libro chiusi nel
proprio studio copiando mille volte il medesimo carattere.
Una lingua si impara vivendola, e vivendola si incontrano
numerose difficoltà così che semplici azioni come ordinare qualcosa da mangiare alla mensa universitaria diventa un'impresa impossibile da ricorrere a fare delle foto al piatto che si
vuole mangiare per non rischiare di prendere chissà quale intruglio piccante . L’università in cui mi trovo è una vera e propria torre di
babele, ci sono diversi, anche se non troppi, studenti stranieri: molti hanno
un' ottima padronanza del cinese e dell’inglese, altri a malapena comprendono le
frasi più semplici formulate in inglese. Sento parlare molto spesso in Russo,
qua c’è un grande comunità Kazaka che non capisce una parola di inglese: spesso
mi sono trovata a comunicare come se fossi un mimo in papillon in un qualche vicolo di Parigi durante una incredibile
performance. Mi domando come una persona che non conosce una sola parola di
inglese o di cinese riesca sopravvivere qua, per sopravvive la comunicazione raggiunge davvero livelli imbarazzanti a volte.
Ho peró anche incontrato persone che mi hanno lasciato letteralmente
a bocca aperta: per cambiare la mia stanza con un'altra che non avesse un bagno che
assomigliasse ad una scena di Saw l’Enigmista mi sono ritrovata insieme alla
mia coinquilina colombiana ad esser aiutata da un simpatico gruppo di Pakistani
bravissimi in cinese: dopo vari interessanti passaggi inglese-cinese, cinese -inglese ed un 'ora e mezzo circa per capire quali altre camere fossero libere siamo
arrivati ad ottenere una bellissima stanza doppia con un bellissimo bagno che
non ha tubi sradicati dalle pareti ma solo due sopportabili perdite dal
soffitto ed un water che si intasa spesso.
Non so cosa abbia spinto quel simpatico gruppo di pakistani
ad aiutare due perfette estraneea comunicare con un cinese che non capisce manco "hello", ma esiste una sorta di solidarietà tra
studenti stranieri, e chi conosce meglio la lingua si sente come in dovere di aiutare. In questo mio per ora breve soggiorno qua, io e l'altro ragazzo italiano, Niccolò e la mia compagna di stanza, Daniela ne abbiamo affrontate davvero di tutte colori e ci riteniamo fortunati di aver incontrato un ragazzo tedesco che parla il cinese meglio dei cinesi: Konstantin, che frequenta "comprensibili" lezioni della facoltà di legge di Lanzhou.Mi sono trovata in situazioni paradossali, come vedere un tedesco che legge libri in cinese ad una velocità impressionante, e da ripetizione di lingua ad italiano, una colombiana ed un etiope in una squallida stanza di dormitorio.
Non so se arriveró mai ad avere la capacità di parlare bene quanto lui una lingua difficile come il cinese : ci vuole naturalmente tanta dedizione, impegno e (purtroppo) predisposizione. Non potete immaginare quanto sia brutto quando ti si bloccano tutte le parole in gola e produci strani suoni che più che assomigliare al cinese suonano come il lamento di un gatto in calore.
Ad ora comunque posso dire di aver raggiunto qualche buon risultato con la lingua, me la cavo nelle conversazioni più semplici e per lo più capisco quello che mi dicono e a mensa so cosa ordinare: infatti è circa un mese che mangio ogni giorno la stessa cosa che so pronunciare davanti alla gentilissima signora che lavora dietro i fornelli della mensa, la strada è ancora lunga.
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