sabato 1 ottobre 2016

Comunicare

Ormai è quasi passato un mese dal mio arrivo in Cina, il tempo è volato ma allo stesso tempo ho la sensazione di trovarmi qua da un eternità. Le difficoltà sono state molte, la differenza culturale è enorme e spesso mi sono sentita investire da parole che mi suonavano aliene nonostante studiassi il cinese da due anni. Ebbene sì,  questi due anni di studio sono serviti a raggiungere una proprietà di linguaggio pari a quella di un bambino di 3 anni che impara a formulare le prime semplici frasi, anzi credo che un bambino cinese di tre anni si faccia capire molto meglio d me.
Sono state svariate le situazioni in cui mi sono sentita una completa incapace, e so che saranno ancora molte: una lingua così diversa dalla mia, così complessa  che non permette il minimo errore di pronuncia non è facile da acquisire su un libro chiusi nel proprio studio copiando mille volte il medesimo carattere.
Una lingua si impara vivendola, e vivendola si incontrano numerose difficoltà così che semplici azioni come ordinare qualcosa da mangiare alla mensa universitaria diventa un'impresa impossibile da ricorrere a fare delle foto al piatto che si vuole mangiare per non rischiare di prendere chissà quale intruglio piccante . L’università in cui mi trovo è una vera e propria torre di babele, ci sono diversi, anche se non troppi, studenti stranieri: molti hanno un' ottima padronanza del cinese e dell’inglese, altri a malapena comprendono le frasi più semplici formulate in inglese. Sento parlare molto spesso in Russo, qua c’è un grande comunità Kazaka che non capisce una parola di inglese: spesso mi sono trovata a comunicare come se fossi un mimo in papillon in un qualche vicolo di Parigi  durante una incredibile performance. Mi domando come una persona che non conosce una sola parola di inglese o di cinese riesca sopravvivere qua, per sopravvive la comunicazione raggiunge davvero livelli imbarazzanti a volte.
Ho peró anche incontrato persone che mi hanno lasciato letteralmente a bocca aperta: per cambiare la mia stanza con un'altra che non avesse un bagno che assomigliasse ad una scena di Saw l’Enigmista  mi sono ritrovata insieme alla mia coinquilina colombiana ad esser aiutata da un simpatico gruppo di Pakistani bravissimi in cinese: dopo vari interessanti passaggi inglese-cinese, cinese -inglese ed un 'ora e mezzo circa per capire quali altre camere fossero libere siamo arrivati ad ottenere una bellissima stanza doppia con un bellissimo bagno che non ha tubi sradicati dalle pareti ma solo due sopportabili perdite dal soffitto ed un water che si intasa spesso.
Non so cosa abbia spinto quel simpatico gruppo di pakistani ad aiutare due perfette estraneea comunicare con un cinese che non capisce manco "hello", ma esiste una sorta di solidarietà tra studenti stranieri, e chi conosce meglio la lingua si sente  come in dovere di aiutare.  In questo mio per ora breve soggiorno qua, io e l'altro ragazzo italiano, Niccolò e la mia compagna di stanza, Daniela ne abbiamo affrontate davvero di tutte colori e ci riteniamo fortunati di aver incontrato un ragazzo tedesco che parla il cinese meglio dei cinesi: Konstantin, che frequenta "comprensibili" lezioni della facoltà di legge di Lanzhou.
Mi sono trovata in situazioni paradossali, come vedere un tedesco che legge libri in cinese ad una velocità impressionante, e da ripetizione di lingua ad italiano, una colombiana ed un etiope in una squallida stanza di dormitorio.
Non so se arriveró mai ad avere la capacità di parlare bene quanto lui una lingua difficile come il cinese : ci vuole naturalmente tanta dedizione, impegno e (purtroppo) predisposizione. Non potete immaginare quanto sia brutto quando ti si bloccano tutte le parole in gola e produci strani suoni che più che assomigliare al cinese suonano come il lamento di un gatto in calore.
Ad ora comunque posso dire di aver raggiunto qualche buon risultato con la lingua, me la cavo nelle conversazioni più semplici e per lo più capisco quello che mi dicono e a mensa so cosa ordinare: infatti è circa un mese che mangio ogni giorno la stessa  cosa che so pronunciare davanti alla gentilissima signora che lavora dietro i fornelli della mensa, la strada è ancora lunga.

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