giovedì 1 settembre 2016

Nostalgia prima di una partenza

L'odore della terra bagnata scatena in me una miriade di ricordi: una semplice mattinata di pioggia di fine agosto ha cancellato il ricordo sbiadito di un estate un po' strana e riportato con veemenza il profumo dei colori autunnali ormai alle porte.
Non sono mai stata un amate delle calde giornate estive, forse perché non le ho mai vissute a dovere, mai quanto vivo con passione i tristi e grigi pomeriggi autunnali.
Mi piace il silenzio interrotto dalla pioggia, udito al caldo tra le mie coperte abbracciata ad un libro, mi piace sentirmi sicura e cullata dalla mia malinconia.
Quelle prime gocce d'acqua hanno cancellato ogni traccia dell'afa estiva: mi hanno fatto pensare alla scuola, che ormai non frequento più da qualche anno e alla frenesia nella scelta dei nuovi quaderni e diari appena entravo in una cartoleria.
Ricordo come meticolosamente preparavo il mio rientro tra i banchi con un entusiasmo che pochi bambini avevano a fine estate. Pensavo già ad Halloween e all'amore per il colore arancio e le cioccolate calde, la sveglia presto al mattino quando ancora tutti dormivano ed il rumore dei miei passi che si avviavano verso la fermata dell'autobus.
Mi manca quella routine, ed il modo in cui ogni giorno fosse a uguale al precedente, adoravo stringermi nei maglioni dell'anno passato che ancora odoravano di naftalina e mi piaceva iniziare già a pensare al Natale ed alle luci che illuminavano delle giornate fin troppo brevi.
Non esistevano litigi su cosa fare e dove andare al mare, come d'estate, ma era proprio bello non dover far nulla che non fosse la normale routine casalinga.
Suona strano sentire queste parole da una tipa che ha passato la maggior parte della propria adolescenza con il desiderio di scappare dalla normalità e dalla quotidianità: sono una nostalgica ed ora che non sto preparando uno zaino con i libri per tornare al liceo mi manca questa sicurezza che mi dava settembre.
Invece di uno zainetto mi ritrovo a preparare una valigia già da due anni, da quando ho iniziato l'università e mi sono trasferita a Venezia lasciandomi alle spalle il comfort di vivere a casa con la propria mamma che lava e stira .
Questa volta mi trovo a preparare una valigia un po' più leggera: i tanto temuti 23 kg richiesti dalle compagnie aeree, e credevo un' impresa quasi impossibile riuscire ad infilare dentro quella mia cara compagna di avventure di colore rosso tutto il superfluo necessario per un avventura che durerà 5 mesi. Non è la prima volta che viaggio all'estero da sola, ho sempre amato viaggiare: mia mamma giustifica sempre questo mio amore per gli spostamenti con il fatto che sia nata sotto il segno del sagittario, mentre mio padre pensa che sia stato lui a trasmettermi questa passione per l'avventura e le nuove scoperte. Non sono mai stata lontana da casa per più di un mese e mezzo, questo un po' mi spaventa e mi carica di un adrenalina strana che a volte confondo con l'ansia che mi si aggrappa alla bocca dello stomaco e non mi lascia respirare. Che vuoi che sia? Tanti miei amici sono partiti per Erasmus più lunghi, o sono andati a lavorare in Inghilterra per anni e li ho sempre un po' guardati con invidia ed ora che vado a vivere a 10 ore di aereo da casa e mi prende l'ansia, io che adoro viaggiare e quando sono a casa pur di uscire vado anche 2 volte nello stesso giorno al supermercato.
Domani all'alba caricherò la mia valigia in auto e mi dirigerò all'aeroporto, saluterò i miei genitori e mia sorella che sicuramente avranno ancora gli occhi chiusi dal sonno e me ne andrò, come hanno già fatto tanti miei compagni di università.
"Ma una nipote normale? Una che studiava a Pisa e che magari a quest'ora aveva un bel fidanzato no?" ha detto l'altro giorno mia nonna: non sono quel genere di nipote, non sono quel genere di ragazza "normale", forse ho aspettative troppo alte, sono un inguaribile sognatrice ad occhi aperti ed anche se mi viene l'ansia quando devo scegliere che tipo di pizza prendere prima che arrivi il cameriere, sono sicura che questa volta aver scelto di buttarmi sugli involtini primavera ed il riso alla cantonese non è stata poi una cattiva idea quanto feci la tanto sofferta scelta della facoltà universitaria: partirò con questa sana ansia caratteristica del mio carattere pronta a vivere una delle mie mille avventure, Cina sto arrivando.