Come ci si sente ad esser vivi in un corpo morto? A vivere ogni giorno con la voglia di evadere, di scappare via da quella che è una vera e propria prigione di sogni, aspettative ed emozioni.
Philippe è prigioniero del proprio corpo, ogni sigolo gesto quotidiano come farsi un bagno o mangiare per lui è impossibile senza l'assistenza di qualcuno: la sua vita imprigionata nella lussuosa villa subirà una svolta quando si troverà faccia a faccia con l'esuberante Driss, ragazzo di colore, disoccupato con svariati precedenti penali, che vive nelle Banlieux Parigine, le periferie povere della capitale Francese, e che va avanti grazie a sussidi da parte dello stato.
Una banale scommessa tra i due cambierà profondamente le loro vite: Driss verrà preso in prova come assistente personale di Philippe per un mese, e nel corso di questo tempo i due inizieranno a scoprirsi, a vedere l’uno nell'altro quello che nelle loro vite manca.
Due personalità e vite agli antipodi potevano incontrarsi, scontrarsi ed avvicinarsi solo dietro ad uno schermo, ma non è così: "Quasi Amici- Les Intouchables" è tratto da una storia vera. Il vero Philippe ha accolto con entusiasmo il progetto di una pellicola dedicata alla sua vita, ma ad una condizione: doveva essere una commedia, un'opera divertente e non un film strappalacrime che si concentrava a suscitare soprattuto sentimento di pena e compassione per i due protagonisti.
"Les Intouchables", prodotto dalla coppia Olivier Nakache e Éric Toledano, raggiunge mirabilmente questo obiettivo: fa ridere ed arriva allo stesso tempo dritto al cuore.
Anche se Driss può ballare, correre e farsi il bagno senza l'aiuto di nessuno, Philippe invece, vivendo su di una sedia a rotelle, fa volare la sua mente ben oltre: riesce a tuffarsi nei più piccoli particolari di un opera d'arte e si lascia trasportare dalle note delle opere di Vivaldi; sarà Philippe che in una scena del film che si farà lanciare con il parapendio insieme ad un Driss completamente terrorizzato alla sola idea.
La commedia vuol far ridere dell'invalido o ridere insieme a lui? Denigrare la disgrazia o affrontarla con il sorriso prendendo per mano il paraplegico? Quel che fa di "Quasi amici" un film realmente divertente è proprio la mancanza di sfruttamento dell'invalido come figura che suscita compassione. Il personaggio di Philippe viene posto allo stesso livello di Driss, che è nel pieno della salute fisica cosìcchè i due personaggi si controbilanciano e si completano: non è solo Driss a dare molto a Philippe, ma è anche lo stesso Philippe a dare molto a Driss, così da cambiare in meglio anche la sua di vita. Philippe supera gli ostacoli che i pregiudizi dell'alta-borghesia francese potrebbero avere nei confronti di un individuo come Driss: lo accoglie in casa propria e si fida di quell'estraneo esuberante e simpatico mettendo nelle sue mani inesperte la cura della propria persona. Il film descrive il crescere di un'amicizia evitando quella scelta cinemotrafica che alterna l'avvicinamento al distacco dei due protagonisti. L'amicizia di Driss e Philippe rende superfluo il "quasi" del titolo tradotto in Italiano: il loro è un rapporto sincero, spontaneo e fondato sulla lealtà.
A volte molti ostacoli fisici sono di minore importanza ed intralcio a confronto di quelli che invece sono ostacoli mentali, come le paure ed i pregiudizi.
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