domenica 5 luglio 2015

American Sniper


Il patriottismo americano  tutto a stelle e strisce non è evidente solo il 4 luglio, ma è una costante nella vita di ogni cittadino americano, dalla musica, alle bandiere che sventolano fiere fuori la porta di ogni casa fino ad arrivare anche ai numerosi film di stampo patriottico. L’ultimo celebre film di Clint Eastwood è uno di quei film patriottici che celebrano la vera storia del miglior cecchino delle forze militari USA: Chris Kyle
La vita di Chris Kyle non è una semplice storia di guerra, di granate e di sangue versato in Iraq, ma è la storia di un cane da pastore, cioè colui che con determinazione e lucidità agisce per difendere chi ama a costo della vita, colui che lotta contro i lupi per difendere il proprio gregge.

Ogni americano fin dalla più giovane età è educato alle armi e ad un amore incondizionato verso il proprio paese, un amore che può portare a spingere un uomo a lasciare la famiglia per mettere al primo posto la nazione.  La prima vittima di Kyle   come cecchino è stata un bambino con una granata in mano, a sangue freddo, come colpì per la prima volta un cervo  nel bosco in una delle battute di caccia da ragazzo con il padre : immagini che rimangono impresse nella mente di un uomo, Chris è diventato leggenda per dovere e non per prendersi la triste fama del cecchino che ha fermato con un sol colpo 160 cuori.

Clint Eastwood ha dipinto la figura di Chris celebrandolo non tanto come la leggenda che nella sua carriera nelle forze armate aveva contato 160 vittime, ma come l’eroe che più di una volta ha salvato i compagni  e come uno dei tanti militari che è costretto una volta tornato a casa ad avere ancora in testa gli orrori della guerra, fantasmi che nella vita di chiunque abbia vissuto la guerra non riesce a lasciarsi alle spalle ma diventano incubi nella quotidianità.

Non voglio dilungarmi tanto sulla tematica trattata dal film che ha suscitato al momento dell'uscita sui grandi schermi della pellicola non poche critiche, ma sull’aspetto umano che ha voluto dare il regista alla storia e sulla incredibile interpretazione di Bradley Cooper: la maggior parte del film è ambientato sul fronte di guerra, spesso dalla visuale del cecchino che decide le sorti delle persone che corrono sotto la sua visuale in basso, come un angelo della morte, in un secondo, il tempo di premere il grilletto.

Il regista ha messo in scena una sorta di Western ambientato al di là dell’oceano, forse per mettere ancor più in risalto le origini texane da Cowboy di Chirs: i buoni contro i cattivi, l’eroe che salva tutti e che allo stesso tempo vuole fuggire dai riflettori e dalla fama che si è fatto sul campo di battaglia. Non è facile neanche per un eroe tornare alla vita normale, a passare il tempo con i propri cari senza dare di matto al primo rumore sospetto che rievoca le immagini strazianti di una guerra: il lato oscuro di ogni veterano che porterà con sé nella tomba insieme alla consapevolezza di aver ucciso padri, mariti e figli come lui e di non esser riuscito a salvare molti compagni ed amici sul campo di battaglia.
La triste ironia della sorte farà sì che Chris venga ucciso da uno di quei veterani affetto da disturbo post traumatico da stress: il film finisce con le reali e toccanti immagini del corteo funebre in onore di Chris , un uomo dai forti valori, un padre ed un marito ed un figlio della sua tanto amata America.

 

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