Come sono strani i giorni prima di una partenza, hai tutta
la camera in disordine un po’ come i pensieri che hai in testa: un vero caos.
Non sai da dove iniziare la valigia, non sai chi e come
salutare e ti chiedi se rivedrai mai alcune persone incontrate in questa unica
avventura all’estero.
Purtroppo gli addii ed i saluti fanno parte di questa esperienza, una lunga serie di abbracci già iniziati a Venezia quando i primi raggi di sole estivi facevano
brillare i bicchieri rossi di spritz per gli ultimi brindisi con l’allegra
compagnia di studenti fuori sede.
Non diciamo addio alle persone , ma alle situazioni molto
spesso: ho rivisto tante di quelle compagnie veneziane qua in Cina, poi esiste facebook, skype, wechat.. qualsiasio diavoleria tecnologica che unisce persone anche a molti
chilometri di distanza . Come ho portato a termine la mia esperienza veneziana sono giunta
al termine del mio semestre in Cina, nella mia Lanzhou, tanto detestata quanto
amata per le persone fantastiche che mi hanno accompagnato in questi quattro
mesi di stranezze immersa in una cultura così diversa che mi ha cambiata, fatto crescere ed insegnato davvero molto.
Tante avventure, tanti ricordi e tante cose da raccontare
una volta tornata a casa: cammino lasciando che l’aria gelida di Gennaio mi
accarezzi la faccia e guardo intorno luoghi che ormai stranamente mi sono così
familiari, parlo e rido con persone che pochi mesi fa erano estranei venuti dall’altro
capo del mondo ed adesso sono la mia famiglia. Strana la vita, a settembre ero
disorientata ed in lacrime il mio primo giorno qua ed oggi che mi so muovere perfettamente
in una realtà che pur sempre non mi appartiene e che un po' mi dispiace lasciare: sento che il bellissimo castello di sabbia
che ho appena finito di costruire sarà ben presto portato via dalla marea dei nuovi eventi
che mi aspettano una volta salita sull’aereo verso casa.
Maledizione del viaggiatore, avere tante case senza mai
appartenere a nessun luogo: non so ben dire quale sia realmente casa mia. Mi sento Italiana, ora più che mai perché mi manca la mia patria ed il sentire quel modo di parlare e gesticolare che tutti percepiscono come una melodia: ed è vero, noi Italiani abbiamo la nostra musica dentro, capace di portare un pizzico di Italia ovunque nel mondo anche solo grazie alla nostra presenza... la stessa melodia che adesso mi richiama verso casa.
La mia storia a Venezia non è ancora conclusa, devo
laurearmi (spero presto, incrociando le dita e facendo gli scongiuri) ma nemmeno
la mia avventura in Cina è ancora finita. Mi piace lasciare sempre le porte aperte, pronta a varcarle in cerca di nuove storie da raccontare: ho
fatto richiesta per tornare a Lanzhou anche per il secondo semestre, consapevole di trascorrere altri 4 mesi in un posto, oserei dire ora familiare, ma sempre diverso e che ha ancora molto da insegnarmi. Ad
oggi, quasi pronta per il mio rientro, sento di aver lasciato qualcosa a metà: un
semestre non è molto come mi sembrava all’inizio, è necessario a mala pena per
orientarsi. Questo posto sperduto nel nulla racchiuso tra le montagne costellate da monasteri buddisti, con l'aria secca e gelida, dal traffico impazzito e con i 牛肉面 (niu rou mian) fumanti dietro l'angolo ha ancora molto da insegnarmi, e non mi sento ancora pronta a
dire addio a persone che non incontrerò mai più in vita mia e che mi hanno dato veramente molto in questi mesi, per questo lascio una parentesi aperta e dico arrivederci, a presto.
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