“J.D. Salinger trascorse 10 anni a scrivere Il Giovane Holden e il resto della sua vita a rimpiangere di averlo fatto”: inizia così la biografia redatta da David Shields e Shane Salerno “Salinger. La guerra privata di uno scrittore.”, libro costato otto anni di lunghe ricerche ed interviste per far luce sulla vita privata del genio che scrisse uno dei capolavori del ventesimo secolo per poi sparire dai riflettori e vivere il resto della sua vita nel mistero.
Salinger, persona complessa e dalla mente contorta e brillante: così è descritto l’autore che si rifugiò nella scrittura per sfuggire agli orrori della seconda guerra mondiale, che si nascose nella vita privata per scappare alla “guerra di riflettori” che si stava abbattendo su di lui, dopo il successo de Il Giovane Holden .
Il Giovane Holden fu appunto iniziato mentre Salinger si trovava al fronte durante la seconda guerra mondiale e fu completato negli anni cinquanta: la scrittura per Salinger divenne una sorta di rifugio dalla realtà, ma la stessa scrittura in cui si era rifugiato divenne un’arma a doppio taglio quando il resto del mondo cercò di invadere la sua “zona di confort” con la fama raggiunta.
Dal significato contorto e misterioso è anche il titolo originaledell’opera: “The Catcher in the Rye” che tradotto letteralmente in Italiano non ha un significato compiuto.
Questa frase proviene appunto dalla storpiatura di una famosa canzone di Robert Burns, della quale viene fatto riferimento in solo due capitoli del romanzo (capp. XVI e XVII): “Gin a body meet a body Coming through the rye; Gin a body kiss a body, Need a body cry?”, (tradotta letteralmente sarebbe “ Se una persona incontra una persona che viene attraverso la segale; se una persona bacia una persona, deve una persona piangere?”).
Holden sente questa canzone da un ragazzo per strada, crede di ricordarsi quel primo verso ma se lo ricorda storpiato: “ If a body catch a body coming in the rye” (tradotto “se una persona afferra una persona che viene attraverso la segale”) .
Il verso storpiato richiama alla mente di Holden un'altra immagine: un gruppo di bambini che gioca in un campo di segale nei pressi di un dirupo.
Holden vorrebbe fare il “cacciatore nella segale”, cioè colui che,consapevole del pericolo, salva “afferrando” i bambini prima che precipitino giù.
Holden vuole salvare gli innocenti dalla morte, quella mortespirituale che si trova dopo l’infanzia: la fine delle fantasie, delle speranze e dell’ingenuità dei bambini non appena iniziano ad affacciarsi all’età adulta.
Holden ha sedici anni ed è nel pieno della adolescenza ed è consapevole del “pericolo” che può avere il profondo “burrone”che ci troviamo davanti dopo gli anni spensierati dell’infanzia: i primi scontri con i reali problemi della vita e con il mondo degli adulti, così estraneo ed oscuro.
Non a caso l’unico personaggio con il quale Holden riesce a rapportarsi senza odio è la sorellina Phoebe, la quale ancora non riesce a capire il mondo degli adulti come sta iniziando a capirlo Holden, disprezzandolo.
Il Giovane Holden è ormai uno dei capisaldi della letteratura del novecento ed è un romanzo che la maggior parte dei professori consiglia ai propri studenti, mentre la maggior parte di quest’ultimi non lo capisce ad una prima lettura.
Riusciamo, per nostra sfortuna, a capire meglio il romanzo in età adulta riscoprendo l’adolescente che non è mai morto in noi e rimpiangendo con nostalgia invece l’innocenza che abbiamo perso nel “dirupo” mentre da bambini ci siamo pian piano affacciati all’età adulta.
Holden è uno “smascheratore” della realtà, nonostante imposti la sua vita sulla menzogna: vediamo la storia dagli occhi del ragazzoe dal suo punto di vista, essendo lui stesso a narrare in prima persona le sue vicende; conosciamo ogni suo pensiero e lo vediamo anche noi vittima di una società che ai suoi occhi è sempre stata ostile ed ipocrita.
Come riesce Holden ad essere un adolescente così attuale con i suoi pensieri nonostante sia un’adolescente che appartiene alla società degli USA del secondo dopoguerra?
Abbiamo “conosciuto” Holden vivendo insieme a lui nel libro le numerose vicende avvenute in quella settimana precedente al Natale del 1947, riscoprendo che i pensieri e gli atteggiamenti che si hanno in adolescenza sono una costante in tutte le epoche ed in tutte le società.
L’alienazione è un elemento caratterizzante dell’adolescenza e solo con essa riusciamo a percepire il disgusto per il mondo degli adulti: ci alieniamo da una realtà che non ci presta ascolto e considera le nostre idee e pensieri ancora infantili e non importanti.
Da adolescenti riusciamo a vedere la realtà con occhio critico e a smascherare le ipocrisie che in età adulta siamo invece costretti a fare per vivere nella società.
Salinger scelse di pubblicare il romanzo con una copertina completamente bianca affinché il libro venisse scelto solo per il contenuto: incredibile ed ancora quasi un mistero è stato il successo di un romanzo di un autore che non era stato fino a quel momento molto conosciuto e che si presentava con un libro così anonimo.
La sintassi usata da Salinger è sgrammaticata, composta da proposizioni molto semplici e brevi piene di asserzioni che appartengono al linguaggio adolescenziale, anche volgari in alcuni passaggi del libro; è proprio grazie a questo suo stile che solo dopo poche pagine del libro al lettore sembrerà di aver stretto un intimo e simbiotico rapporto con il protagonista.
Salinger propone un romanzo che fa davvero compagnia riuscendo a creare un personaggio immaginario che dialoga, si lamenta, si arrabbia con noi e vive vicino a noi durante l’intera lettura dell’opera.
“ Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico, che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che senza il libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.”: il romanzo di Salinger rispecchia a fondo questa massima di Marcel Proust.
Salinger riesce a far immedesimare il lettore nel personaggio: è forse anche terrificante la simbiosi che nasce sfogliando le pagine dello stesso libro che teneva in tasca l’uomo che uccise John Lennon, il quale affermò di essersi immedesimato nel personaggio di Holden.
La scelta di Salinger di scrivere un romanzo anticonvenzionale, che critica le istituzioni come la scuola, che cerca di abbattere i muri che la società mette e le maschere che le persone vestono, lo ha portato a creare un romanzo convenzionale, uno tra i più letti e proposti nelle scuole: un emblema ed un esempio che lo scrittore non ha mai voluto essere e dal quale ha deciso di fuggire.