Come inizio sembrava un Natale
uscito fuori da una qualche commedia romantica: il mio arrivo in aeroporto in
una grande città, entusiasta della mia nuova avventura e con il trolley che
veloce seguiva la mia uscita trionfale agli arrivi del Pudong International
Airport di Shanghai, ma con l'unica differenza che non c'era nessuno fuori ad
accogliermi.
L'ansia non mi ha mai abbandonato
per tutto il viaggio, dalla partenza in taxi preso rigorosamente tre ore e
mezza prima della partenza per paura che la mia avventura natalizia si
trasformasse nella tragica versione di "Mamma ho perso l'aereo".
L'unica volta che mi sono rilassata in viaggio ero sul Maglev, treno super
veloce che collega l'aeroporto di Shanghai al centro della città: incantata da
come il paesaggio corresse rapido sotto i miei occhi fuori dal finestrino ho
per poco lasciato il bagaglio su di un treno che sarebbe ripartito alla
velocità della luce. Quindi mai abbandonare l'ansia, è pericoloso quando si
viaggia.
Fatti i vari cambi con la metro mi
sono trovata a cercare l'appartamento di una ragazza che mi aveva offerto molto
gentilmente couch-surfing : incredibile come una perfetta estranea si sia
fidata a lasciarmi le chiavi di casa nascoste dietro una ghirlanda natalizia.
Dopo una simpatica caccia al tesoro con una mappa che segnava tutte le tappe
della mio percorso sono arrivata a destinazione: piccolo appartamento, molto
accogliente e ben tenuto nelle vicinanze del centro commerciale più grande di
Shanghai. Zona molto chic ed ottima per spostarsi nei punti principali della
metropoli, ma comunque a netto contrasto con la decadenza ed abbandono dell'edificio
in cui l'appartamento si trovava, ma la cosa non mi ha stupito più di tanto
dopo varie esperienze nel vasto continente giallo. Tempo di lasciare le borse
più pensanti e sono uscita alla scoperta della città: ho sempre amato viaggiare
in metropolitana e devo dire che Shanghai ha una metro molto ben organizzata
rispetto ad altre città cinesi come Pechino. Sono andata subito diretta al
Bund, ad ammirare il meraviglioso Skyline che si affaccia sul fiume Huang
Pù al di là del quale si innalzano i grattacieli di varie forme geometriche
della zona chiamata Pudong: davanti ai miei occhi avevo una versione tutta
grattacieli di Shanghai che mi ricordava vagamente New York ai tempi d'oro di
Wall Street mentre alle mie spalle avevo edifici dallo stile britannico,
con pure una copia più piccola del Big Ben che allo scoccare di ogni ora
riproduceva un suono molto simile a quello di Londra.
Shanghai è figlia dell'occidente e
si vede: non è priva di storia ma ha solo avuto storia diversa rispetto alle
altre città cinesi. Ha ospitato le principali concessioni straniere alla fine
delle guerre dell'oppio, e da una semplice paesino di pescatori, la stessa
parola "Bund", ad esempio, è un termine anglo-indiano che indica
l'argine fangoso di un lungofiume, è diventata un centro importantissimo per il
commercio ed il contatto con l'occidente.. Basta spostarsi con la metro da una
zona all'altra e sembra di cambiare città: da Lujiazui, centro economico
e finanziario che fa venire il torcicollo a forza di tenere la testa rivolta
verso l'alto a cercare la fine degli immensi grattacieli spesso annebbiati
dallo smog, ti ritrovi a poche fermate della metro nella ex Concessione
francese, con edifici europei, palazzi d'epoca e complessi di appartamenti art
decò, che un tempo erano ritrovo dei principali protagonisti della Belle
Epoque, di avventurieri, prostitute e scrittori.
Ma la vera Cina in questo clima
così cosmopolita dove trova il suo spazio? Nei vicoli e dietro gli angoli
tra un grattacielo ed una casa a mattoncini rossi la vera Cina pulsa in
tutta Shanghai e così come il sangue che circola nel nostro corpo ci rende
vivi, la tradizione rende viva una città che non è solo una semplice imitazione
dell'occidente.
Basta allontanarsi un poco dal
centro per ritrovarsi in quartieri con case diroccate e venditori di deliziosi
"baozi", nel cui centro silenzioso si innalza un monastero
buddista che richiama i fedeli con il forte odore di incenso, oppure basta
cercare un giardinetto, sperando che non sia invaso dai turisti, per rivivere
la stessa calma dei letterati cinesi di epoca Ming.
E' stato un Natale alternativo: ho
apprezzato la compagnia di me stessa e di amici speciali che ho incontrato
nella vasta Shanghai, la libertà di scegliere cosa fare in una città che offre
migliaia di opportunità ma non nascondo il nodo alla gola quando ho visto le
foto da casa mia in Italia.
Da città
internazionale che si rispetti Shanghai in questo periodo
era addobbata
come un bellissimo e maestoso albero di natale. Nonostante i milioni di occhi a
mandorla con un cappello da Babbo Natale in testa che mi auguravano buone feste
e le mille luci che illuminavano ogni angolo della città quest'anno non ho
sentito l'atmosfera magica del Natale. Sarà che in cina, come stato laico
festeggiano il natale solo moda internazionale e non è una festa sentita
veramente come il 春节, il tradizionale Capodanno Cinese che si celebra
all'incirca tra il 21 Gennaio e metà Febbraio. Mi sono trovata a girare
per una città nuova da sola, sempre con il naso all'insù ad ammirare un
complesso architettonico unico al mondo, a parlare a volte con me stessa
(alcuni mi avranno presa per matta sulla metropolitana), a chiedere foto a
perfetti estranei e a festeggiare il Natale per la prima volta in vita mia al
ristorante, rigorosamente Italiano, con uno dei miei più cari amici che studia
a Shanghai ed un gruppo internazionale di compagni entusiasti di mangiare una
buona pizza cotta al forno al legna o un bel piatto di lasagne.
La tavola apparecchiata a festa ed i tortellini fumanti nella scodella di porcellana bianca, per non parlare del panettone a fine pranzo e del film in compagnia di tutti i parenti in salotto, con il caminetto acceso e nonna che russa dopo 3 minuti davanti alla televisione.
Purtroppo è vero, nessun posto è
come casa: mancano meno di due settimane al mio rientro e sono felice di sapere
che avrò l'occasione di festeggiare un secondo Natale in famiglia, mi dispiace
solo per i miei cari non daranno al fegato il tempo di riprendersi dalle mega
mangiate natalizie.
Nessun commento:
Posta un commento